tradimenti
la dottoressa da Napoli 2
di spanio220
15.06.2012 |
19.523 |
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"La dottoressa godeva come una matta agitando la testa di qua e di là e intanto diventava sempre più rossa in faccia finchè venne con uno schizzetto che mi..."
Dopo quella prima serata, arrivarono le feste di fine anno, che come di prammatica si trascorrono in famiglia, e oltre a ciò mi ero preso un periodo di ferie dal lavoro e quindi mi risultava più difficile riuscire ad incontrare la dottoressa. Passato il capodanno, Nel contempo la dottoressa, da buona napoletana aveva deciso di trascorrere l’Epifania a casa sua, quindi a parte qualche piccola telefonata non riuscimmo a fare altro che prometterci di rivederci appena fosse tornata nella capitale. Passato qualche giorno dalla ripresa delle attività , mi arriva una telefonata dall’ufficio relazioni sindacali “La Dottoressa ti vuole subito nel suo ufficio, ha necessità di un incontro sindacale urgente, sbrigati che gli altri sono già da lei!”Entrando nella sua stanza, la trovo seduta alla sua scrivania monumentale, molto professionale, con gli occhiali che vanno e vengono, un tallieur blu con una camicetta bianca sotto, iniziammo subito una discussione sulla sistemazione del personale ed un piano per razionalizzare le risorse umane. Una discussine di lana caprina, dove ogni sindacalista difendeva i propri iscritti o simpatizzanti o semplici amici. Nel frattempo io non riuscivo a pensare altro che quel quadro così efficiente non fosse altro che quella porca che avevo conosciuto qualche sera prima, riuscivo a vedere nella mia immaginazione le sue cosce, la sua fica, il suo culo aperto in maniera oscena e perversa e soprattutto quando prendeva la parola rivedevo il mio cazzo nella sua bocca. Dopo un paio d’ore di inutili chiacchiere la riunione finì e, mentre stavamo uscendo dalla stanza tutti assieme, la dottoressa mi chiese di rimanere ancora qualche istante perché le mie proposte avevano necessità di qualche chiarimento. I miei colleghi mi guardarono con aria di compatimento, come a dire “vedrai che rottura di palle ti aspetta”, ed uscirono. Lei chiamò la segretaria e le disse di non disturbarla finchè lei non l’avesse avvisata perchè (testuali parole) aveva per le mani un caso importante. Appena terminate queste incombenze, mi guardò e con aria concupiscente mi disse “Dove eravamo rimasti?” Io, senza perdere tempo, mi avvicinai alla sua scrivania e ponendole una mano sulla fica cominciai con l’avvicinare la mano alla gonna, con mia grande sorpresa mi accorsi che sotto non portava le mutandine, a facendo un piccolissimo movimento arrivai a toccare l’angolo di paradiso che era la sua fica. Gira la sedia in mio favore e alzai la gonna fino all’inguine, liberando cosce e fica. Mi inginocchiai e come un fedele davanti ad un’immagine sacra inizia a baciare l’incavo delle cosce, per iniziare a salire sempre più fin ad arrivare con la lingua ad assaporare l’inizio di quella fossa del piacere che sapevo essere la sua fica. Senza grosso sforzo, anzi con un movimento tutto suo, le allargai le cosce e la fica si dilatò per permettere l’introduzione della mia lingua che iniziò un lento lavorio sulle pareti esterne penetrando sempre più poco a poco. Sarà stata la posizione, oppure il fatto di essere in ufficio, iniziò a godere a più non posso sbrodolando da ogni parte riempiendomi la bocca dei suoi umori, inutile dire che raggiunse l’orgasmo in pochissimo tempo, soffocando i suoi naturali urli, e continuando a mormorare, “Madonna mia, Madonna mia che piacere…..” profittando del fatto che era già venuta, le alzai le gambe sopra la scrivania e inizia a leccarle il buco del culo (quando si dice leccare il culo al capo) inumidendolo poco alla volta, e inserendo prima il medio seguito dall’indice a dall’anulare, penetrando sempre più con la lingua e passando alle volte anche sulla sua fica che continuava ad eruttare liquidi quasi urinasse. Dopo un po’ di tempo che proseguiva questo giochino, mi alzai e tirai fuori il cazzo, che mi faceva male tanto era in tiro, ed iniziai a sprofondare in quella fica splendida scivolosissima dagli umori e dalla saliva, ma la posizione sulla sua sedia con le rotelle non permetteva grandi movimenti senza rischiare di cadere ad ogni affondo. Quindi si alzò da quella posizione e mi prese il cazzo in bocca facendomi un pompino degno di una zoccola professionista, poi si sdraiò sulla scrivania ingombra di carte ed iniziò a farsi scopare con la faccia all’insù come fosse un letto, sentire il cazzo che entrava e rinculando arrivava quasi ad uscire per poi affondare di nuovo mi stava portando all’eiaculazione. Quindi dovetti fermarmi, perché ancora non avevo voglia di venire. Per non far cadere la tensione mi dedicai di nuovo alla mia passione, leccare la fica. Un paio di urletti non riuscì a contenerli e forse dalla segreteria si sentiva un po’ di rumore diverso dal solito. Ma chissenefrega, e continuai, anzi vista la postura, le alzai le gambe per poter scegliere se leccare fica o culo, e sinceramente non so quale dei due fosse più accogliente. Passati gli spasmi dell’orgasmo ed essendo un po’ calmato tornai ad infilare il mio cazzo in lei, poi la feci girare bocconi sulla scrivania e con un movimento rapido ma non troppo le inserii il mio cazzo, ormai refrattario a qualsiasi accenno di mollare, tutto nell’ano. Anche qui inizia a pompare prima lentamente, poi sempre più velocemente, fino ad arrivare ad una velocità paragonabile a quella dei cani quando s’inculano. Dopo un po’ inizia a rallentare il ritmo, mentre la dottoressa continuava a godere emettendo dei rantoli soffocati per non farsi sentire nell’altra stanza, ed inizia a pompare più lentamente, ma arrivando ogni volta a far quasi uscire il mio bastone dall’ano per poi reinfilarlo fino in fondo, sentivo il suo buco che si stringeva per poi riallargarsi immediatamente dopo. La sua massa di capelli biondi ondeggiava sotto i miei colpi andando su e giù, quando mi disse di prenderle le tette e stringerle. Non me lo feci ripetere ed inizia un lavoro da dietro, stantuffando il culo e pastrugnando quel seno, una quarta abbondante, che faceva sbavare metà dei miei colleghi. Passato un po’ di tempo, sentendo che la sborrata si stava avvicinando mi tiri fuori dal suo splendido culo e iniziai a leccare con pazienza quello che era diventato una voragine tenendolo bello largo con le dita ed introducendone più d’una per mantenerlo in quello stato. Lei intanto aveva cominciato un movimento con la mano sul mio cazzo che in breve mi avrebbe portato all’eiaculazione. Quando sentì che stavo per venire si girò di scatto e si avvicinò con la bocca alla mia cappella facendola sparire tutta in bocca, neanche fece in tempo a finire quest’operazione che già iniziavo a sborrare, e non finivo più. E lei continuava a succhiare come volesse risucchiare anche il midollo. Un pochino le uscì dalle labbra per posarsi sul mento, e lei con un gesto da autentica porca prese il dito indice e se lo riportò all’interno della bocca, spompinandosi anche il dito. Esausti ci sedemmo sulle sedie dell’ufficio, l’uno di fronte all’altro, entrambi con il fiatone, ma quando mi accorsi che lei si era seduta a gambe divaricate non riuscii a trattenermi ed infilai l’alluce nella sua fica, che trovai bagnata oltre ogni dire, ed iniziai un ditalino lento sul suo clitoride che intanto si era gonfiato a dismisura. Seguitai questa operazione per un periodo di tempo che non so definire, passando dallo strofinamento dei genitali esterni eall’introduzione completa dell’alluce come fosse un piccolo cazzo. La dottoressa godeva come una matta agitando la testa di qua e di là e intanto diventava sempre più rossa in faccia finchè venne con uno schizzetto che mi arrivò fin sopra il ginocchio. Il mio cazzo si era ripreso dalle fatiche precedenti ed ora si ergeva in tiro pronto a ricominciare, ma la dottoressa mi disse che era troppo stanca per scopare di nuovo e che aveva la fica indolenzita dai troppi spasmi che aveva avuto, però non mi poteva lasciare così, si avvicinò e inizio a succhiarmelo, con una bravura e una passione che non avevo ami incontrato, in pochissimi minuti mi porto all’orgasmo, che vista la potenza della sborrata precedente non le regalò altrettanto succo, ma solamente poche gocce dense e appiccicaticce, ma mi fece sentire in paradiso. Era proprio vero, con la bocca ci sapeva proprio fare! Dopo aver goduto di nuovo entrambi, ci riposammo un pochino e ci ricomponemmo per tornare ognuno alle proprie occupazioni. Uscito dall’ufficio vidi la segretaria che mi guardava con aria di chi ha capito tutto, invece i colleghi che incontrai in corridoio non facevano che dirmi quanto era tosta la nuova capa, e che comunque sarebbe stato duro spuntare un accordo favorevole. Non immaginavano quanto!!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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